COSA SONO E PERCHE’ E’ PERICOLOSO INTRODURRE SPECIE ESOTICHE

COSA SONO E PERCHE’ E’ PERICOLOSO INTRODURRE SPECIE ESOTICHE

La comparsa di specie esotiche, che siano animali, vegetali, funghi o microrganismi, al di fuori del loro areale originario rappresenta un problema grave ed in continua crescita su tutto il territorio dell’Unione europea. Infatti, quando trovano le condizioni per svilupparsi possono diventare invasive e rappresentare una delle principali cause della perdita di biodiversità, seconda solo alla perdita di habitat per distruzione/frammentazione, e possono determinare un costo sociale ed economico per l’Europa di oltre 12 miliardi di euro l’anno (dato UE anno 2016). L’introduzione da parte dell’uomo, può essere accidentale o consapevole, se nel primo caso, rappresentato prevalentemente da insetti o microrganismi, è necessario adottare comportamenti responsabili che evitino di favorire le condizioni di tale dispersione, i casi di introduzione attiva andrebbero adeguatamente puniti per le ripercussioni ambientali, economiche e sanitarie che possono determinare. Di seguito una breve e parziale carrellata delle specie animali introdotte attivamente, anche indicate con il termine di “specie aliene”, che stanno creando gravi problemi in Italia; si tralasciano, per motivi di spazio, le specie introdotte accidentalmente divenute spesso fonte di perdite economiche ingentissime e motivo di utilizzazione di pesticidi su larga scala per il loro contenimento (es. cimice asiatica, diabrotica del mais, ecc…) Scoiattolo grigio Di origine nordamericana, la sua diffusione è conseguenza della liberazione intenzionale di esemplari detenuti in cattività da privati o fuggiti da giardini zoologici. E’ causa della riduzione (prossima all’estinzione in alcune aree) delle popolazioni locali di scoiattolo rosso europeo perché più grande e competitivo nella ricerca del cibo e perché portatore di un virus che determina la morte dello scoiattolo comune. Dal 1996 sono in atto tentativi di contenimento ma, come sempre, quando le specie di nuova introduzione trovano condizioni ottimali di diffusione il processo diventa pressoché irreversibile (chi è interessato può visionare un filmato realizzato nell’ambito di un progetto LIFE europeo sul sito http://www.rossoscoiattolo.eu in cui si osserva come l’aggressività dello scoiattolo grigio impedisce a quello autoctono di approvvigionarsi di cibo). Nutria La nutria è un grosso roditore legato agli ambienti acquatici, originario dell’America meridionale; introdotta a partire dagli anni ‘60 per gli allevamenti di animali da pelliccia, la sua diffusione è dovuta alle frequenti fughe dalla cattività e a seguito di rilasci intenzionali. I danni causati da questa specie attraverso le attività di scavo delle tane lungo gli argini e i canali rappresentano una vera minaccia per l’integrità delle opere idrauliche, le coltivazioni sommerse e la regimazione delle acque. La nutria può avere inoltre effetti negativi su varie specie di uccelli acquatici che costruiscono nidi galleggianti, affondando i nidi e quindi le uova. Testuggine palustre americana Questa specie è stata per decenni uno degli animali da compagnia più popolari; erano molte le case in cui i piccoli erano ospitati negli acquari; crescendo le persone non erano più interessate al loro mantenimento e li liberavano in natura. Potendo predare un gran numero di insetti acquatici (libellule), crostacei, anfibi e pesci influisce pesantemente sulle comunità acquatiche degli ambienti umidi e compete con le testuggini europee per il cibo e gli ambienti di deposizione delle uova determinandone la scomparsa. Gambero rosso della Louisiana E’ un piccolo crostaceo d’acqua dolce, originario del Nordamerica, immesso inizialmente nei laghetti privati per il prelievo a scopo alimentare. Da qui si è diffuso poi in maniera autonoma, spostandosi anche sul terreno e potendo percorrere durante la notte anche diversi chilometri. Come tutte le specie aliene, è dotato di una grande flessibilità ecologica, adattandosi ad ogni tipo d’ambiente d’acqua dolce, compresi canali e fossi di drenaggio, ma può anche resistere a periodi prolungati di siccità rifugiandosi in profondità nel terreno. Per questa sua caratteristica sta sostituendo i gamberi di fiume autoctoni e creando un’ulteriore perdita della biodiversità delle zone umide dei nostri territori. Ibis sacro Uccello originario dell’Africa subsahariana si è diffuso perlopiù come conseguenza dei rilasci e delle fughe dalla cattività di animali tenuti in collezioni private e in giardini zoologici. E’ una specie molto adattabile e pertanto fortemente invasiva ed ha una longevità accertata in natura di oltre 20 anni; è onnivoro, preda anche uova e pulli di altri uccelli tra cui aironi, anatre e uccelli di palude. Nel vercellese sta occupando i siti di nidificazione del raro airone rosso. La lista delle specie che stanno mettendo a rischio gli habitat naturali, di cui questo è un sintetico estratto, è in continuo incremento, una specie introdotta può richiedere del tempo per manifestare la propria pericolosità per cui, se le leggi sanzionano chi diffonde specie già indicate come invasive, il buon senso deve indurci ad evitare di immettere specie comunque estranee che potranno costituire un problema in un prossimo futuro. (Fonte e fotografie sito web di ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: www.specieinvasive.it)

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